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Perché portare l’Economia della Consapevolezza in azienda?

Dev’essere per il clima particolare che ormai si respira ovunque. Ma è certo che negli ultimi mesi mi è successo di dover rispondere di frequente al quesito posto nel titolo. E di doverlo fare in termini molto concreti.
Così oggi ho deciso di condividere anche con voi le mie riflessioni.
Quali benefici porterebbe, in un’azienda, l’implementazione dell’Economia della Consapevolezza?


Il primo importante beneficio credo sia un ambiente di lavoro sano, dove i vari elementi sono in relazione armoniosa tra di loro.
In Branca abbiamo cercato di costruirlo a poco a poco nel corso del tempo, attraverso l’introduzione di un bilancio ambientale, di un codice di sicurezza sul lavoro, di un codice di sicurezza alimentare. Dal 1999 è stato introdotto anche un Codice Etico che stabilisce la necessità di una condotta aziendale improntata al rispetto della dignità e della personalità di qualsiasi soggetto, evitando comportamenti discriminatori e segmentazioni spiacevoli. Se un collaboratore è un professionista competente, onesto e valido, non devono interessare il colore della pelle, il genere di riferimento, il suo orientamento politico o religioso.

Quello a cui miriamo è un Organismo Vivente in salute, perché tale è la concezione dell’azienda che cerchiamo di attuare in Branca.
Un Organismo Vivente costituito da tante persone diverse, caratterizzate ognuna dalle proprie qualità, dalle proprie aspettative, dalle proprie esperienze, dai propri desideri, dalle proprie fragilità, dalle proprie ferite.
Come fare allora perché tutte queste differenti persone lavorino insieme per il bene comune?

Bisogna far circolare le informazioni. Valorizzare la meritocrazia collaborativa. Sviluppare la cultura della responsabilità e non quella del potere. Uscire (e, ve lo assicuro, è difficilissimo…) da una logica a silos, per funzioni, e costruirne una basata sulla cooperazione. Trovare la chiave di questo in uno scopo comune, che spinga le persone a collaborare.

Il cambiamento allora entra nell’azienda a poco a poco e diventa parte dell’aria che si respira.
Poter esprimersi liberamente. Sperimentare che l’apporto di pensiero, di idee, di capacità di innovazione è sollecitato e riconosciuto. Capire che la meritocrazia collaborativa è una realtà. Ecco, quando le persone che lavorano in un’azienda vedono attuare tutto questo ogni giorno, per se stessi e per gli altri, iniziano inevitabilmente a lavorare con più passione e maggiore soddisfazione.
E prima o poi, ne sono convinto, cominceranno anche a manifestare più assertività, più proattività. Non si sentiranno più legate solo al proprio specifico incarico, alla job description, ma daranno una mano anche agli altri.

Questo, nel corso del tempo, non può che portare a una metamorfosi concreta dell’ambiente di lavoro.
Da luogo tetro e anonimo in cui doversi recare ogni giorno per necessità, l’azienda si tramuta in uno spazio vivo e dinamico, in cui utilizzare al meglio le proprie capacità per dare un personale ed efficace contributo al progetto comune. Un luogo, insomma, dove si va a lavorare contenti anche di lunedì.
E non ho dubbi sul fatto che un ambiente di lavoro felice sarebbe uno straordinario risultato.

Questo non significa però né buonismo, né consociativismo. Non si deve sottostare alla mancanza di assertività, di execution, di auto-responsabilità, di accountability, di integrità. Se ci sono rami secchi vanno tagliati, perché l’albero possa continuare a dare buon frutti. Ma anche questo può essere attuato senza cattiveria o cinismo, in funzione del bene comune, del bene di molti.
Del resto perfino il monaco zen, di fronte alle mancanze dell’ostinato pelandrone, all’inizio si esprime con sottili e divertenti metafore poi, se il discorso non viene compreso, assesta una bella bacchettata.

In effetti, il discorso della gestione delle risorse umane è uno dei più delicati e complessi, proprio perché sottende il valore e il rispetto della persona, che non va mai trascurato.
Per quanto mi riguarda, il fine non è mai stato quello di costruire un’azienda di successo, ma un’azienda di valore, ricca di valori. Proprio come i nostri prodotti e tutte le persone che lavorano intorno a essi con le mani, con la passione, con l’intelligenza, con il cuore e con la consapevolezza.
E in fondo, la strada da percorrere per raggiungere questo scopo non è mai stata molto diversa dal lavoro che, innanzi tutto, ho dovuto fare su me stesso.

È senz’altro una sfida, portare questi valori nel mondo del business, dove generalmente sono altri i modi di operare.
Posso dire però che gli incontri di presentazione del mio libro, in tutta l’Italia, mi hanno messo in contatto con una realtà positiva e in continuo divenire.
Sono sempre di più, oggi, le aziende sulla strada del cambiamento di paradigma.
Spesso si tratta di piccole o medie imprese che, come tali, non hanno molta risonanza nel panorama mediatico. Ma, ve lo assicuro, sono molte di più di quanto si possa pensare.

Tuttavia il business di un’impresa deve garantire ottimi risultati da reinvestire nell’azienda stessa, proprio per permetterne la sopravvivenza.
In Branca, questi sono obiettivi che raggiungiamo e superiamo con costanza e impegno da molti anni. Ed è questo, probabilmente, il beneficio più concreto apportato dall’Economia della Consapevolezza.

Nonostante la crisi che da tempo coinvolge l’economia globale, posso infatti dire che la Fratelli Branca Distillerie S.r.l. è, per fortuna, un’azienda sana.
Rappresenta una concezione dell’economia che non trascura di certo il ritorno finanziario, ma lo fa sempre con rispetto.
Non dimentichiamo mai, infatti, che anche se una sana competitività, l’impegno, la spinta a conseguire un risultato sono di per sé energie positive, ciò che conta è la modalità con cui vengono messe in atto. Il rispetto degli altri e per l’ambiente deve essere sempre alla base di ogni nostra azione. E il risultato non deve essere mai legato solo al proprio tornaconto personale.

D’altra parte è evidente che solo se funziona un’azienda ha le risorse sufficienti per pagare regolarmente gli stipendi, i fornitori e le tasse, o per investire in ricerca e sviluppo.
Allora, posti su solide basi valoriali, gli utili sono fondamentali perché innescano un corto circuito positivo che contribuisce concretamente anche alla prosperità collettiva – pensate solo, per esempio, che in Branca paghiamo circa 70 milioni di euro di tasse ogni anno.

In questo modo il riflesso dell’Economia della Consapevolezza si irradia sempre più verso l’esterno e l’azienda dà il proprio tangibile contributo alla comunità, al territorio che la ospita, all’intera società civile.

Niccolò

Questo articolo ha 2 commenti

  1. cristiana carioti

    Gentilissimo sig. Branca,
    leggere le sue parole rincuora chi, nell’economia della consapevolezza, dei valori e della responsabilità sociale degli attori d’impresa ha smesso di crederci….da un pò. E’ rasserenante sapere che, là fuori, qualcuno la pensa come te anche se la realtà che vivi tutti i giorni ti conferma il contrario, ti conferma che il valore di una persona, di un professionista risiede nella capacità di fare fatturato, nella capacità di abbassare la testa, di accontentarsi, di sottomettersi alle logiche di fragilità e di paure sottili.
    Gli imprenditori illuminati allora esistono! Evviva!
    Andate e moltiplicatevi.

    1. Niccolò Branca

      Cara Cristiana,
      sono felice di sapere che le mie parole hanno avuto l’effetto di rincuorarla, ma al contempo sono dispiaciuto di sentire la delusione che traspare tra le sue righe, di fronte a un’esperienza personale non certo entusiasmante.
      Però mi creda, Cristiana, come dicevo nell’articolo è stata una bella sorpresa anche per me scoprire quante piccole piccole e medie imprese italiane sono sulla strada del cambiamento.

      Spessa la nostra percezione della realtà si basa su ciò che delimita la nostra esperienza, e non di rado anche quest’ultima è filtrata dalla lettura che ci viene suggerita dall’influenza dei media. E’ evidente, infatti, che in un giornale o in un servizio televisivo fa di sicuro più scalpore denunciare qualcosa di negativo, che non indicare il minuto ma faticosissimo lavoro quotidiano dei piccoli e medi imprenditori che oggi stanno facendo mille sforzi per applicare più consapevoli modalità di gestione alla loro impresa.
      Eppure questi imprenditori esistono e nelle loro aziende è in atto un vero cambiamento di paradigma.

      Le mando un caro saluto e mille auguri per una visione più rosea della realtà, supportata naturalmente dalla solidità di una positiva esperienza
      Niccolò

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