Al Barefoot College di Tilonia, nello stato indiano del Rajasthan, le persone analfabete appartenenti a comunità rurali dell’Asia e dell’Africa in soli sei mesi imparano a costruire impianti fotovoltaici. Poi tornano nei loro villaggi d’origine e rivoluzionano la vita di migliaia di famiglie.
A dire il vero al Barefoot College vengono istruite quasi soltanto donne o, per essere più precisi, nonne. Donne la cui età anagrafica va ben oltre i cinquant’anni e sulle quali, nel mondo occidentale, nessuno punterebbe. Tanto meno per operare un cambiamento sociale così rilevante.
Quando il livello di analfabetismo è molto elevato – racconta Bunker Roy, lo studioso indiano fondatore del college – si evita il linguaggio verbale e, per comunicare efficacemente, si usano dei pupazzi o il linguaggio dei segni. È così che in sei mesi si formano ingegneri esperti di energia solare che poi tornano in Afghanistan o in Sierra Leone o in Gambia e addestrano altre donne, altre nonne.
Ma perché le nonne? Semplicemente perché loro non hanno nessuna smania di andarsene dai villaggi, come invece fanno gli uomini. Così viene messo in pratica l’insegnamento del Mahatma Gandhi secondo il quale, per ottenere sviluppo, prima di affidarsi alle risorse esterne dovrebbero essere utilizzate le conoscenze, le abilità e la saggezza che già si trovano nei villaggi.
Quando arrivano al Barefoot College le donne sono impaurite, spesso escono dalla loro piccola comunità – o addirittura dalla loro casa – per la prima volta. Di sicuro non sanno che cos’è una resistenza, un diodo o un circuito stampato, ma in sei mesi sono in grado di installare e riparare impianti solari. Naturalmente i computer sono fondamentali per la gestione e l’uso efficiente dei dati, e le donne analfabete imparano presto a utilizzare pure questi per il loro lavoro.
Il metodo del Barefoot College ha rivoluzionato anche il rapporto tra i sessi: le donne che tornano ai loro villaggi dopo un corso sono molto più sicure di sé. Poiché qualcuno ha dato loro fiducia, non solo hanno potuto avere un lavoro, hanno anche ottenuto il rispetto degli altri. Ma, soprattutto, hanno scoperto l’autostima, la fiducia in se stesse.